La statua di San Cataldo

La statua di San Cataldo

19 Gennaio 2019 0 Di Armando Mortet

Storia della realizzazione della Statua di San Cataldo nell’anno 2003.

Il Comitato festeggiamenti Patronali di Taranto avendo l’esigenza di trovare un’artista che realizzasse un’opera statuaria di 2 mt. di altezza in argento raffigurante San Cataldo, patrono della città di Taranto, si rivolse nel dicembre 2002 al Presidente della Federazione nazionale orafi ed argentieri Sig.Nicola Curto, il quale indicò lo scultore  cesellatore Virgilio Mortet, nato a Roma nel 1926, sia per meriti artistici e sia tecnici in quanto legato alla omonima bottega.

Il comitato portò in visione all’artista le foto di una statua ,eseguita nel 1892 e trafugata nel 1983, realizzata in lastre di argento assemblate tra loro chiedendone una copia simile.

Questo induceva lo scultore a non accettare l’ordine. Prima del rifiuto egli fece fare una ricerca storica sulla vita e le opere di San Cataldo e ne rimase colpito.

Quindi pensò di realizzare un bozzetto di 50 cm di altezza di un “suo” San Cataldo,  lo sottopose in visione al Comitato. Nel gennaio 2003  il quale lo approvò ad unanimità. Nasceva così la nuova statua di San Cataldo.

Da questo momento è iniziata l’opera vera e propria con la modellazione in creta della statua nella sua grandezza prevista , l’altezza escluso la mitra è di circa cm. 170, per poter fare ciò si è proceduto alla realizzazione di un telaio o armatura in ferro che è stato in un certa senso lo “scheletro “ dell’opera, su di essa è stata modellata la creta seguendo il bozzetto, una curiosità per modellare il tutto sono stati usati circa 300 kg di creta, ultimata l’opera in creta il giorno 20 febbraio 2003 la commissione del comitato al completo venne nello studio di Oriolo romano e visionò l’opera, l’artista relazionò il concetto che ha ispirato la sua rappresentazione, il gesto benedicente e nello stesso tempo protettivo e rassicurante, il volto fiero ma sereno di un combattente della fede, di un condottiero cristiano del VII secolo d.c. identificato nella barba corta e riccia, il panneggio semplice per dare austerità al portamento,quindi con il consenso unanime sia del presidente del comitato Mons. Nicola Di Comite e degli altri membri presenti si è passati  alla fase successiva, la formatura in gesso per la realizzazione delle cere per la fusione. Per questa operazione sono venuti nello studio di Oriolo Romano due specialisti  inviati dalla fonderia incaricata per la fusione del corpo  della statua, la fonderia Fondiarte di Roma.

Completata la formatura gli stampi in gesso sono stati portati a Roma e da essi si è  ricavata la cera per la fusione del corpo. La stessa operazione è stata effettuata per la testa e per le braccia ma in Oriolo in quanto per la loro fusione abbiamo usato il nostro impianto. La cera realizzata, di uno spessore medio di circa 3 mm, è stata riempita nell’interno di materiale refrattario e successivamente si è proceduto al ritocco esterno ma in particolare alla traccia del disegno del “damascato” che è l’ornamento della casula e della dalmatica ,tale ornamento in primo luogo è stato studiato su carta e poi tracciato sulla cera. Questa operazione, durata circa 2 settimane, è stata effettuata dall’autore stesso con 2 assistenti, il motivo della scelta di  realizzare questa fase sulla cera è stata soprattutto stilistica infatti i disegni sulla casula e la dalmatica ad una attenta osservazione appaiono modellati e non semplicemente incisi ed acquistano senza dubbio pregio. Terminato il ritocco sono stati applicati sulle cere i “getti” per la fusione e si e proceduto al completamento della forma  con materiale refrattario, il tutto è stato posto in un forno per la cottura, il tutto deve arrivare a circa 800 gradi per “distruggere” ogni traccia di cera, l’impronta che rimarrà all’interno sarà poi occupata dal metallo fuso, tale operazione fa fatta molto lentamente, la cottura infatti necessita di circa una settimana. A cottura ultimata la forma va fatta raffreddare e portata a circa 400 gradi, questa è una particolarità della fusione in argento, il bronzo per esempio si fonde con la forma fredda. A questo punto si procede alla fusione del metallo in un crogiolo di grafite, per la Statua di S. Cataldo sono stati fusi circa  130 kg  di argento, a fusione ultimata il metallo viene “gettato” nella forma e se ne attende il raffreddamento.

Questa operazione ha necessitato dell’intervento di 4 persone ed è stato in un certo senso un evento in quanto perlomeno nell’ambiente artistico Romano a memoria d’uomo non si ricorda una fusione in argento di queste dimensioni, basti pensare che le due forme avevano un peso di circa 400 kg ognuna.

Rotto lo stampo comincia ora la lavorazione del metallo ,la prima fase prevede la sua ripulitura dal materiale refrattario.

Con spazzole metalliche e con l’aiuto di una soluzione di acqua ed acido solforico, la statua appare in questo momento divisa in due parti  che verranno assemblate successivamente. Terminata la prima fase di ripulitura vengono tolti i getti di fusione anch’essi d’argento e le parti vengono preparate per essere cesellate. Il cesello è la fase di rifinitura vera e propria dove in particolare il damascato viene lavorato con degli strumenti denominati appunto ceselli  forgiati in acciaio appositamente per lo scopo. Ogni decorazione  viene battuta con i ceselli per darne maggior risalto e precisione e vengono create delle superfici di fondo per dare degli effetti cromatici finali.

Al termine della rifinitura con il cesello si è pronti per accoppiare le parti della statua. Prima di questa fase il Comitato ha effettuato un ulteriore sopralluogo per controllare lo stato del lavoro e valutarne l’esito, altri sopralluoghi durante la lavorazione sono stati fatti dal Presidente dell’Associazione orafi e Argentieri Italiana Sig. Nicola Curto, in quanto la stessa Associazione ha segnalato al Comitato Promotore la nostra ditta.

La saldatura per l’accoppiamento delle parti della statua, operazione non facile viste le dimensioni, è stata effettuata usando lo stesso argento della fusione, per non avere alterazioni di colore, portandone il titolo a 750 per avere un punto di fusione leggermente più basso, il tutto viene trafilato per ottenere un filo di circa 2 mm di diametro, con esso e con il supporto di un cannello alimentato da ossigeno ed acetilene sono state saldate le due  parti della statua ed in seguito la Testa e le braccia, una particolare attenzione è stata effettuate per la preparazione delle due parti che non dovevano aderire perfettamente ma dovevano distanziarsi tra loro di circa 2mm per sopperire alla dilatazione termica del metallo al momento della saldatura.

La testa di S. Cataldo del peso di circa 5 kg, e le mani con le braccia, sono stati  fusi nel laboratorio di Oriolo Romano sempre usando la tecnica della cera persa ma con il supporto di una macchina che consente di avere la forma sottovuoto al momento della fusione ed ottenere così un risultato molto più dettagliato nei particolari, poi rifinite e cesellate personalmente dall’autore.

Ad assemblaggio ultimato ,dopo aver preparato la  mitria, eseguita in lastra 925 a sbalzo e sagomata successivamente sulla testa, il montaggio del pastorale e la realizzazione del manipolo anch’esso a sbalzo, ha inizio la lucidatura e patinatura  della statua effettuata con una spazzolatura generale con panni di cotone e pasta abrasiva all’ossido di zinco.

E poi la fase finale con pomice in polvere (rigorosamente di Lipari)  interamente passata su tutta la superficie con il palmo della mano per ottenere i giusti effetti cromatici e metterne in risalto la lavorazione. Per l’ancoraggio della statua sulla  vecchia base esistente sono stati collocati 4 perni in ottone di 10 mm di diametro.

Il tutto è stato arricchito con l’applicazione di pietre preziose ,in particolare sulla Mitria e sul Palio, curata dalla Associazione  Orafa di Taranto con il coordinamento del Sig.Marcello Perri. 

Altezza cm 170
Altezza complessiva con mitriacm 198
Altezza con basecm 225
Peso complessivo statuagr. 96.200
Mitriagr. 1.800

Pastorale
gr. 1.500 (esclusa la canna in ottone argentato)

Lo staff

Autore: Virgilio Mortet

Direzione artistica: Virgilio Mortet

Esecuzione

  • Formatura: Augusto Peluso, Ezio Smerilli, Laura Mortet
  • Fusione statua: Augusto Peluso, Ezio Smerilli, Sandro Cartoni, Armando Mortet
  • Fusione testa e braccia: Armando Mortet,Laura Mortet
  • Preparazione cere: Virgilio Mortet, Armando Mortet, Taka Misushima
  • Cesello: Virgilio Mortet, Armando Mortet
  • Assemblaggio e rifinitura: Virgilio Mortet, Armando Mortet, Laura Mortet, Arrigo Altigieri, Taka Misushima
  • Sbalzi: Paolo Pugelli Mortet
  • Consulenza storica: Vincenzo La Bella

Oriolo Romano 30 aprile MMIII